Come un innovativo metodo basato sull’intelligenza artificiale può diagnosticare l’autismo con una precisione fino al 95%.
Un team di ricercatori statunitensi, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA), promette di individuare precocemente i segnali genetici dell’autismo.
Come riportato da Fanpage.it, sembrerebbe che l’analisi delle immagini cerebrali avvenga con una precisione sorprendente, fino al 95%.
Come diagnosticare l’autismo con l’IA
Il metodo sviluppato dai ricercatori delle Università Johns Hopkins, Virginia e della California di San Francisco sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare le immagini ottenute tramite risonanza magnetica del cervello.
L’obiettivo è rilevare le variazioni genetiche associate all’autismo, note come “variazioni del numero di copie” o CNV.
Questo processo è possibile grazie a una tecnica di modellazione computerizzata chiamata “morfometria basata sul trasporto 3D” (TBM).
Questa nuova tecnologia è stata sviluppata dalla professoressa Shinjini Kundu durante il suo lavoro presso il laboratorio del professor Gustavo K. Rohde.
In parole semplici, l’IA esamina come il trasporto di molecole all’interno delle cellule cerebrali sia correlato alle variazioni genetiche specifiche della regione 16p11.2.
La capacità di identificare queste variazioni permette di distinguere con precisione tra individui con disturbi dello spettro autistico e individui neurotipici.
Le implicazioni della diagnosi e la terapia
Questo approccio basato sull’IA rappresenta un significativo passo avanti rispetto ai metodi diagnostici tradizionali, che si basano principalmente sull’osservazione del comportamento e su test psicometrici.
Poiché l’autismo ha una forte componente genetica – come indicato dai ricercatori – un metodo che identifica direttamente i marcatori genetici può accelerare notevolmente il processo diagnostico.
“Scoprire come la CNV si collega alla morfologia del tessuto cerebrale è un primo passo importante per comprendere le basi biologiche dell’autismo“, ha spiegato il professor Rohde.
La capacità di individuare cambiamenti specifici nella struttura cerebrale non solo migliorerà la diagnosi precoce, ma potrebbe anche aprire la strada a nuovi approcci terapeutici mirati.
Identificare le regioni cerebrali influenzate dalle variazioni genetiche potrebbe, infatti, portare allo sviluppo di trattamenti personalizzati per migliorare gli esiti dei pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico.